l verificarsi di particolari situazioni, i dipendenti privati possono chiedere alla propria azienda l’anticipo del TFR. Per accedere alla somma messa da parte durante il rapporto lavorativo, però, è necessario rispettare alcuni requisiti specifici.
Vuoi saperne di più? Abbiamo realizzato una guida pratica in caso di richiesta dell’anticipo del TFR per difficoltà economiche (e non solo). Dall’acquisto della prima casa ai motivi di salute, ci sono diversi scenari possibili per richiedere quanto accumulato nel corso degli anni: scopri tutto quello che c’è da sapere.
Come funziona l’anticipo TFR
I dipendenti sanno bene cos’è il TFR perché è una delle voci ricorrenti in busta paga, oltre che una sicurezza per il loro futuro. Tuttavia, forse non tutti sanno che è possibile richiedere anche l’anticipo del trattamento di fine rapporto.
Sebbene di norma il pagamento della somma totale avvenga alla cessazione del contratto, contestualmente all’applicazione della dovuta tassazione sul TFR, la Legge prevede che si possa accedere prima alla somma dovuta. Ci sono però delle casistiche particolari da rispettare, che analizzeremo tra poco.
Obblighi del datore di lavoro
Quando un’azienda riceve una richiesta di TFR anticipato, deve per prima cosa leggerla con attenzione e valutare se rientra nei casi indicati dalla normativa di riferimento. Dopo aver verificato la documentazione allegata, ha l’obbligo di comunicare per iscritto la decisione.
Nel caso rispetti i requisiti previsti, il datore di lavoro deve quindi concedere l’anticipo del trattamento di fine rapporto e procedere con l’erogazione secondo le tempistiche previste. Inoltre, deve far firmare l’apposita liberatoria ai dipendenti che hanno inoltrato la domanda.
Tuttavia, in alcuni casi non c’è l’obbligo di concedere l’anticipo sul TFR: si tratta delle aziende con meno di 25 dipendenti oppure in crisi. Resta il fatto che, sebbene esonerate, possano comunque decidere di acconsentire. In più, secondo la legge italiana le aziende possono accettare le richieste solo per il 10% del personale avente diritto e per non oltre 4% del totale delle persone assunte.
Quando si può richiedere l’anticipo TFR?
Partiamo da una premessa: quanto appena specificato vale per i dipendenti privati. L’anticipo del TFR per i dipendenti pubblici non è invece attualmente contemplato dal Legislatore. Lo Stato aveva previsto la possibilità di richiedere un anticipo sul TFS (trattamento di fine servizio) tramite l’INPS, ma attualmente l’Ente non accetta più domande.
Tornando alle motivazioni per chiedere in anticipo il TFR nel settore privato, si tratta di:
- Acquisto o ristrutturazione della prima casa
- Spese sanitarie
- Spese per congedi relativi a corsi di formazione e maternità
- Altre spese personali
Vediamo nel dettaglio come funzionano.
Acquisto o ristrutturazione prima casa
L’anticipo del TFR per l’acquisto della prima casa, per sé o per i propri figli, è la prima motivazione accettata per l’invio della richiesta. Questo perché si tratta di una delle spese più importanti nella vita di tutti e potrebbe richiedere un capitale ingente. Sono incluse anche le domande relative a una ristrutturazione e all’acquisto del suolo edificabile.
Spese sanitarie
I dipendenti possono richiedere l’anticipo sul TFR anche per sostenere le spese sanitarie di terapie e interventi imprevisti per sé o per la propria famiglia, a patto che siano accertate e riconosciute dall’ASL di competenza. Inoltre, sono inclusi nelle spese sanitarie anche i trasferimenti da/per le strutture ospedaliere e i pernottamenti dei familiari.
Spese per congedi
Tra le altre tipologie di spese che permettono di accedere al trattamento di fine rapporto prima della liquidazione ci sono quelle per i congedi in caso di astensione facoltativa per maternità o paternità (sia per genitori biologici, adottivi o affidatari) e per sostenere corsi formazione. Anche in questo caso, le spese possono essere per i dipendenti o per i familiari. Gli importi richiesti servono a integrare o sostituire la retribuzione “persa” durante il periodo di assenza dal lavoro.
Si può richiedere l’anticipo del TFR senza motivazione o per spese personali?
In realtà, non sempre è necessario rientrare nei casi appena delineati. Tuttavia, l’anticipo del TFR per motivi personali o senza motivazione presenta ulteriori limiti: è accettato solo per le aziende con più di 25 dipendenti, può eventualmente essere rifiutato e permette di ottenere solo il 30% della somma già maturata.
Come richiedere l’anticipo del TFR
Per ottenere l’anticipo sul TFR, è necessario presentare la relativa documentazione, che varia in base alla motivazione della richiesta: ecco come fare.
- Anticipo del TFR sull’acquisto della prima casa: i dipendenti devono essere in possesso del contratto preliminare di vendita o dell’atto di acquisto definitivo, oppure del rogito per l’acquisto del terreno; in caso di ristrutturazione, bisogna invece presentare la concessione edilizia e i preventivi dell’impresa edile.
- Anticipo del TFR per le spese sanitarie: serve l’attestazione dell’Asl per certificare l’esistenza della malattia e della conseguente operazione o cura, insieme alla spesa prevista.
- Anticipo del TFR per congedi: la domanda deve indicare la data di inizio e fine del congedo.
La documentazione deve essere presentata formalmente, insieme a una lettera con i dati della persona richiedente, la data di assunzione e la posizione in azienda, oltre alla motivazione.
Requisiti necessari
Una volta ricevuta la domanda per l’anticipo sul TFR, l’azienda deve verificare che rispetti alcuni requisiti.
- Il dipendente deve avere lavorato per almeno otto anni nella stessa azienda.
- Il dipendente deve dimostrare di rientrare nelle casistiche già elencate.
Nel caso sia tutto corretto, il dipendente che ha lasciato il TFR in azienda potrà ricevere una sola volta fino al 70% della somma maturata. Come abbiamo visto, la quota scende al 30% in caso di spese personali o senza motivazione.
Nell’eventualità in cui il dipendente abbia scelto di destinare il TFR al fondo pensione, è comunque possibile richiedere l’anticipo della posizione maturata. Ricordiamo che la riforma del TFR del 2005 ha valorizzato proprio la scelta di spostare il trattamento di fine rapporto in una forma pensionistica complementare, offrendo importanti agevolazioni sulla tassazione del capitale e delle rendite.
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Al momento della scelta per la destinazione del trattamento di fine rapporto, è opportuno valutare entrambi gli scenari, ovvero lasciare la somma in azienda o trasferirla a un fondo pensione. Come anticipato, la seconda opzione offre un’imposizione fiscale agevolata. In aggiunta, i dipendenti possono destinare anche il welfare aziendale nella previdenza complementare.
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