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voucher per il pranzo sono un benefit molto apprezzato dai dipendenti, ma offrono anche grandi vantaggi alle aziende. Ma sono obbligatori? Dipende, ma di norma è la contrattazione nazionale a stabilirlo. Ad esempio, vediamo cosa dice il CCNL commercio sui buoni pasto e sul welfare, visto che si tratta di uno dei settori più rilevanti in Italia.

Come anticipato, di norma sono degli strumenti facoltativi, ma anche nel caso in cui non siano inseriti nel CCNL ci sono tanti buoni motivi per erogarli. Leggi nella nostra guida i punti chiave del contratto del commercio e qualche indicazione utile per utilizzarli al meglio per far crescere la tua attività.

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Cosa prevede il CCNL commercio

Prima di approfondire come funzionano i buoni pasto nel CCNL commercio 2024, vale la pena ricordare sinteticamente cosa include la contrattazione. Firmato da Conflavoro PMI, Fesica-Confsal e Confsal, il contratto interessa circa 3 milioni di persone del comparto commercio e terziario. Siglato il 17 gennaio 2023, il testo resterà ufficialmente in vigore fino al 31 gennaio 2026.

Uno dei punti fondamentali è la suddivisione in sette livelli: si va dal primo, che include funzioni ad alto contenuto professionale e direttivo (come gestori di negozi) al settimo che riguarda le mansioni di pulizia o equivalenti. 

Al pari di altri CCNL di categoria, ha fissato il monte ore a 40 ore settimanali, più 8 ore di straordinari retribuiti in base ai diversi livelli. Le mensilità sono 14: la tredicesima deve essere erogata a Natale e la quattordicesima a giugno. In più, sono incluse quattro settimane di ferie retribuite all’anno. 

Nell’ultimo rinnovo sono stati pattuiti una serie di incrementi dei minimi contrattuali a partire da aprile 2024, oltre a una quota una tantum (da 120 a 300 euro, in base al livello) con la busta paga di luglio 2024 e luglio 2025. Ma nel contratto commercio i buoni pasto sono un obbligo per i datori di lavoro?

Buoni pasto CCNL commercio: sono obbligatori?

La contrattazione del settore si occupa della pausa pranzo e stabilisce che ogni dipendente abbia diritto a una pausa dopo sei ore di lavoro ininterrotto (sempre che il turno sia superiore alle sei ore). Non si parla invece di un obbligo di buoni pasto per il contratto del commercio. Come per il CCNL metalmeccanici, le aziende possono liberamente scegliere di corrispondere i meal ticket seguendo le indicazioni dell’articolo 51 del TUIR, che stabilisce l’esenzione dalle tasse per un limite massimo di 4 euro per i buoni cartacei e di 8 euro per quelli elettronici (e che quindi sono più convenienti).

Perché concedere dei buoni pasto, allora? Per convenienza fiscale, innanzitutto, ma anche per premiare i dipendenti e migliorare la qualità dei rapporti sul posto di lavoro. In più, possono essere abbinati ai fringe benefit, ovvero i beni e servizi extra concessi in natura ai collaboratori. Questi bonus sono deducibili fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e fino a 1.000 euro per tutti gli altri. E, in aggiunta, esiste anche un’altra categoria vantaggiosa: i flexible benefit.

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Welfare aziendale CCNL commercio

I flexible benefit meritano un discorso a parte. In pratica, si tratta di risorse messe a disposizione in maniera complementare rispetto alla normale retribuzione e rappresentano il vero fulcro del welfare aziendale. Concesse a tutto il personale, sono totalmente esentasse. Spesso sono proprio i CCNL a renderli obbligatori, come nel caso del contratto del commercio che include:

  • assistenza sanitaria integrativa tramite il Fondo EST per i dipendenti (non quadri);
  • assistenza sanitaria integrativa tramite Qu.A.S per i quadri;
  • investimenti formativi per i quadri;
  • formazione continua per tutti gli altri dipendenti.

Ciò non toglie che, oltre a quanto stabilito dal CCNL commercio in materia di welfare aziendale, il datore di lavoro possa aggiungere un pacchetto di benefit completo, aggiungendo buoni pasto, buoni shopping, beni o servizi per il tempo libero e molto altro ancora. Ciò permetterà di risparmiare sulla fiscalità, stimolare la produttività e creare un ambiente più sereno per tutti.

 

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Abbiamo approfondito cosa dice il CCNL metalmeccanici riguardo i buoni pasto, ma allora perché un’azienda dovrebbe erogarli? Semplice: perché sono uno strumento importante per far crescere qualsiasi realtà aziendale, dalle piccole imprese alle multinazionali. Basta scegliere una soluzione innovativa, senza commissioni e 100% digitale, come i buoni pasto Coverflex.

Tutto ciò che devi fare è scegliere l’importo dei buoni pasto da offrire ai tuoi dipendenti, distribuirli tramite l’apposita Coverflex Voucher Card e gestire tutte le operazioni attraverso la comoda dashboard. Anche il tuo personale ci guadagna, visto che l’IVA è al 4% e completamente deducibile. Hai una partita IVA con regime ordinario o una ditta individuale? Allora sfrutta al massimo i buoni pasto: sono deducibili al 75% e con IVA detraibile al 10% fino a un importo massimo pari al 2% del fatturato. 

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