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uando un’azienda raggiunge un importante traguardo, è buona cosa remunerare i dipendenti che l’hanno aiutata ad arrivare fino a lì. Ricevere una somma extra in busta paga è una bella sorpresa per i dipendenti, ma cosa succede quando il premio di risultato viene convertito in welfare?

Forse non tutti sanno che è possibile trasformare il PdR in benefit, ottenendo un grande vantaggio fiscale. Se vuoi saperne di più, continua a leggere: ti spieghiamo cosa dice la legge italiana a riguardo, come funziona la tassazione 2024 per il per la conversione del premio di risultato in welfare i consigli per sfruttare al meglio questa possibilità.

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Premio di risultato: cosa dice la normativa

Per capire come funziona il premio di risultato convertito in welfare, partiamo dalle regole introdotte recentemente dal nostro Paese. Le norme di riferimento sul PdR (chiamato anche premio di produzione) sono state introdotte nel 2016 con la Legge di Bilancio, che ha previsto un’imposta sostitutiva al 10% invece dell’imposizione regolare secondo scaglioni IRPEF. 

Qualche anno più tardi, nel 2023, si è deciso di ridurre ulteriormente la tassazione del premio di produzione, facendola passare al 5%. Ad oggi, nel 2024, è ancora confermata. Tuttavia, per approfittare di questa agevolazione bisogna rientrare nella seguente casistica:

  • il premio di risultato deve essere pari o inferiore a 3000 euro lordi all’anno per ogni dipendente (4000 euro in alcuni casi specifici); 
  • l’anno precedente, il dipendente deve aver percepito massimo 80.000 euro di reddito da lavoro dipendente;
  • il risultato deve essere misurabile rispetto all’anno precedente e basato su un incremento di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione.

Per quanto riguarda la conversione del premio di risultato in welfare, viene poi specificato che la possibilità deve essere indicata dagli accordi tra le parti sociali. In più, la circolare 5/E/2018 dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato che sono i dipendenti a scegliere se trasformare la somma in benefit.

Premio di risultato convertito in welfare: vantaggi e limiti

Dopo aver spiegato quali sono le agevolazioni del premio di produzione in busta paga, sempre che si rientri nelle condizioni indicate, viene da chiedersi perché allora dovremmo trasformarlo in benefit. Molto semplicemente, perché è ancora più conveniente: ma vediamo meglio quali sono i vantaggi e i limiti.

Vantaggi

I punti a favore mettono d’accordo sia il datore di lavoro sia il personale. Dal punto di vista dell’azienda, infatti, il premio di risultato convertito in welfare permette di risparmiare sui contributi, che invece sono dovuti nel caso del PdR in busta paga. Per i dipendenti, poi, c’è l’esenzione totale dalle imposte e dai contributi. Per fare un esempio, se il PdR è pari a 2000 euro, l’azienda paga 2000 euro e il personale riceve 2000 euro netti in welfare.

In aggiunta, il welfare aziendale sostiene realmente le persone, aiutandole a creare un ambiente lavorativo più sereno, a crescere umanamente e professionalmente, sostenendo il dipendente anche nella sua sfera personale. E se tutto il personale ottiene un migliore equilibrio tra lavoro e privato, sarà più incentivato a partecipare ai prossimi successi della sua azienda.

Limiti

L’unico “limite” della conversione del premio di risultato in welfare è che non può essere riconosciuta a un solo dipendente, ma alla totalità del personale e in modo omogeneo. In ogni caso, è sempre il dipendente a decidere se accettare o no di convertire la somma.

Conviene convertire il PdR in welfare?

Alla luce di quanto appena tratteggiato, convertire il premio di risultato in welfare aziendale è conveniente sia per l’azienda sia per il personale. Nel caso in cui il datore di lavoro decida di mettere a disposizione un sistema di benefit, dovrà poi assicurarsi di scegliere una soluzione che offra svariate convenzioni per accedere a tanti servizi diversi, come:

  • visite mediche;
  • assistenza ai familiari (bambini, anziani, malati e persone non autosufficienti);
  • asili nido;
  • corsi di lingue e di formazione;
  • abbonamenti ai mezzi;
  • viaggi e pernottamenti in hotel;
  • iscrizioni in palestra;
  • attività ricreative e culturali.

La scelta del miglior provider di benefit è dunque il punto di partenza: il piano welfare deve essere all’avanguardia, facile da attivare e 100% digitale, per velocizzare l’erogazione. 

Come convertire il premio di risultato in welfare

Affinché il premio di conversione possa essere convertito in welfare, da un parte abbiamo l’azienda: il suo compito è quello di scegliere un piano e metterlo a disposizione dei suoi collaboratori. E l’ultima parola, come abbiamo visto, è proprio la loro.

Se entrambe le parti sono d’accordo, la conversione del PdR in welfare può essere fatta direttamente con la piattaforma scelta per erogare i benefit. I dipendenti potranno così accedere al loro premio da spendere presso i partner convenzionati.

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Welfare aziendale Coverflex: ecco perché sceglierlo

Il provider scelto per i benefit può davvero fare la differenza. Ad esempio, la soluzione di welfare aziendale Coverflex consente all’azienda di convertire il premio di risultato in un budget welfare da spendere facilmente grazie all’apposita Coverflex voucher card.

Per iscriversi, il datore di lavoro può fare tutto online e autonomamente, in pochi clic. Basta scegliere il piano, confermarlo e poi ricevere le card da distribuire al personale, assicurando un’ampia spendibilità e varietà dei benefit. Facile, no?

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