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a ditta individuale è una delle forme aziendali più diffuse in Italia, ideale per i professionisti che vogliono intraprendere un'attività economica in modo autonomo. È scelta soprattutto per la semplicità nella gestione e l’accessibilità dei costi, ma comporta comunque qualche rischio per l’imprenditore. Ecco perché in questo articolo vogliamo approfondire gli aspetti principali della ditta individuale: la sua natura giuridica, la differenza fondamentale con la partita IVA di un libero professionista e le varie modalità di gestione delle tasse.

Qui troverai una guida pratica per avviare la tua ditta individuale, scoprire tutti i vantaggi e gli svantaggi e anche gli strumenti per ottimizzare i tuoi costi.

Che tipo di società è una ditta individuale?

Facciamo subito un po’ di chiarezza su questa forma aziendale che spesso genera confusione. Una ditta individuale è una persona fisica o giuridica? Essendo legata alla figura che la gestisce, non rappresenta un’entità giuridica. Piuttosto, possiamo descriverla come l’insieme di attività commerciali con cui il professionista si presenta sul mercato, cioè il suo nome commerciale.

La ditta individuale prevede che l’imprenditore sia l’unico responsabile delle proprie attività, quindi non ci sarà una separazione tra l'azienda e il professionista, che dovrà rispondere con il suo patrimonio in caso di debiti.

Differenza tra Partita IVA e ditta individuale

Molti professionisti tendono a confondere i due concetti, è normalissimo! Ma in realtà c’è differenza tra ditta individuale e partita IVA.

La partita IVA rappresenta il codice fiscale utilizzato per identificare qualsiasi soggetto economico nei confronti del fisco, indipendentemente dalla natura dell’attività svolta. La ditta individuale invece indica un’attività, svolta in modo individuale, di tipo artigianale o commerciale (falegname, parrucchiere, idraulico, ristoratore). 

La principale differenza tra ditta individuale e libero professionista quindi sta nell’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese (per le ditte individuali) e nel tipo di attività svolta dal professionista.

Quanto deve fatturare una ditta individuale?

Non ci sono limiti specifici di fatturazione per una ditta individuale, ma è sempre importante ricordare che il livello di fatturato influenzerà le tasse della partita IVA e la scelta del regime fiscale. Entrambi fattori che poi avranno un impatto diverso sulla gestione finanziaria e il carico fiscale annuale.

Come nel caso dei liberi professionisti, anche le ditte individuali possono scegliere tra:

  1. Regime ordinario: è adatto per ditte individuali con fatturati annui elevati.
    In questo caso la tassazione è applicata sul reddito effettivo, calcolato come la differenza tra ricavi e spese documentate. Le aliquote IRPEF applicabili infatti varieranno dal 23% al 43%, in base alla fascia di reddito di appartenenza.
  2. Regime forfettario: la ditta individuale in regime forfettario è invece quella con ricavi annui fino a 65.000€. Nel caso della partita IVA forfettaria è prevista una tassazione agevolata con un'aliquota del 15%, che sarà ridotta al 5% nei primi cinque anni per le nuove attività. Quindi se stai pensando alla trasformazione della tua ditta individuale in srl, non ti converrà farlo se non superi i 65.000€ di ricavi annui. Con la ditta individuale infatti puoi risparmiare circa il 12% di tasse rispetto a una srl!
  3. Regime semplificato: questo è un regime ibrido tra l’ordinario e il forfettario, pensato per facilitare la gestione contabile delle piccole attività. È accessibile alle ditte individuali con ricavi annui inferiori a soglie specifiche che variano in base al settore. Un esempio può essere la soglia di 400.000€ per il settore dei servizi o dei 700.000€ per il settore del commercio.

Vantaggi e svantaggi di una ditta individuale

Come avrai visto, decidere di avviare una ditta individuale significa anche considerare una serie di fattori e, in base a questi, capire se è una soluzione più o meno vantaggiosa. Si tratta di una forma aziendale molto popolare per la sua semplicità e il controllo diretto che offre al titolare, ma presenta anche alcune criticità che è bene conoscere prima di aprirne una. Di seguito trovi elencati i principali vantaggi e svantaggi di una ditta individuale, così avrai tutte le informazioni utili per fare la tua scelta.

Vantaggi

  • Semplicità di gestione: avviare e gestire una ditta individuale è piuttosto semplice e non richiede un capitale sociale minimo.
    Inoltre, anche i costi di una ditta individuale sono ridotti rispetto ad altre soluzioni.
  • Controllo completo: il titolare della ditta individuale ha il pieno controllo decisionale e operativo dell'attività e può prendere decisioni in modo più rapido. 
  • Regime fiscale vantaggioso: sotto determinate condizioni, come nel caso della ditta individuale in regime forfettario, i benefici fiscali possono essere significativi e la tassazione più bassa.

Svantaggi

  1. Responsabilità illimitata: lo svantaggio principale è la responsabilità illimitata del titolare. In caso di fallimento della ditta individuale, i creditori potranno chiedere il rimborso dei debiti non solo attraverso i beni aziendali, ma anche attraverso i beni personali del titolare. Il rischio economico quindi è più elevato, perché va a toccare direttamente il patrimonio personale del professionista.  
  2. Meno deduzioni: con una ditta individuale non è possibile scaricare molte spese dal reddito e, nel caso del regime forfettario, non si potrà effettuare nessuna detrazione.

Come aprire una ditta individuale

Aprire una ditta individuale non è troppo difficile, ma ci sono dei passaggi specifici da seguire:

  1. Verifica dei requisiti: in questa fase dovrai assicurarti di soddisfare tutti i requisiti necessari per l'attività che andrai a svolgere, inclusi eventuali titoli di studio o licenze richieste.
  2. Registrazione della ditta: quando tutti i requisiti sono rispettati, potrai registrarti presso la Camera di Commercio locale, aprire una partita IVA e iscriverti all’INPS per la copertura previdenziale.
  3. Apertura di un conto bancario dedicato: questo passaggio non è obbligatorio, ma è sempre consigliabile aprire un conto a parte per semplificare la gestione finanziaria della ditta.

Se ti interessa questa forma aziendale, ti sarà anche capitato di chiederti quanto costa aprire una ditta individuale. Come abbiamo già detto, questa struttura non richiede un capitale iniziale minimo per l’avvio. Sarà però necessario sostenere alcune spese burocratiche, che possono variare dai 200€ ai 500€ e comprendono:

  • Apertura della partita IVA;
  • Iscrizione alla Camera di Commercio;
  • Servizi di PEC e firma digitale;
  • Gestione da parte del commercialista

Buoni pasto per ditta individuale: scegli Coverflex! 

Come hai visto, aprire una ditta individuale non ha costi esagerati, ma gestirla comporta diverse spese che possono incidere notevolmente sul bilancio annuale. Ecco perché trovare delle aree di intervento dove ottimizzare i costi è sempre una buona idea. Ad esempio, una delle uscite che spesso pesa sui professionisti è quella relativa alla spesa e ai pasti.

Con Coverflex le ditte individuali in regime ordinario possono beneficiare dei buoni pasto per l’acquisto di generi alimentari oppure per bar e ristoranti. 

I buoni pasto Coverflex infatti sono deducibili al 75%, con IVA detraibile al 10%, fino a un importo massimo pari al 2% del fatturato. Una soluzione a portata di click e self-service, che ti consente di risparmiare sui costi aziendali senza intermediari e burocrazia. Al momento i nostri partner sono già 100.000, ma continuano a crescere perché vogliamo offrire un servizio sempre più completo! 

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