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Uno dei grandi dubbi che affliggono chi ha il posto fisso ma allo stesso tempo vorrebbe aprire un’altra attività da libero professionista è: posso aprire la Partita IVA se lavoro già da dipendente?

Se anche tu vorresti sperimentare entrambe le strade contemporaneamente, la guida di oggi su Partita IVA e lavoro dipendente ti servirà a capire come farlo, con quali costi e limiti.

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Dipendente privato e Partita IVA

Puoi aprire la Partita IVA o una Partita IVA comunitaria se sei dipendente di un’azienda privata? La risposta breve è sì. Nella risposta lunga, invece, aggiungiamo che devi fare attenzione ad alcuni aspetti.

Il primo è verificare che non ci sia concorrenza tra il lavoro che fai come dipendente e quello che vorresti svolgere con la Partita IVA, soprattutto se nel contratto da dipendente hai firmato delle clausole di non concorrenza. Collegato a questo, devi sempre tenere conto dell’obbligo di riservatezza delle informazioni che ricevi per svolgere il tuo lavoro da dipendente, e che non devi divulgare nel momento in cui decidi di lavorare con delle altre realtà con la Partita IVA. In generale, non hai l’obbligo di comunicarlo al datore di lavoro, ma sarebbe buona norma farlo per evitare incomprensioni o problemi successivi.

L’altro aspetto da valutare è se per caso l’attività che vorresti avviare con la Partita IVA potrebbe essere svolta anche senza, ad esempio se si tratta di prestazioni occasionali e non continuative nel tempo, oppure attività che possono ricadere sotto il diritto d’autore (come la scrittura giornalistica), per cui non hai l’obbligo di aprire una Partita IVA.

Dipendente pubblico e Partita IVA

Nel caso in cui tu, invece, sia un dipendente pubblico, aprire la Partita IVA, così come chiuderla, potrebbe essere molto più complicato, in quanto i contratti stipulati con l’Amministrazione pubblica hanno l’obbligo di esclusività. Ci sono però delle eccezioni: vediamo quali.

Le eccezioni

Puoi aprire la Partita IVA anche se sei un dipendente pubblico nel caso in cui tu abbia un contratto part-time che non superi il 50% delle ore stabilite dalla legge. Oppure puoi farlo se l’incarico che svolgerai a Partita IVA è temporaneo e occasionale e non ci sono conflitti di interesse con la Pubblica amministrazione, a costo che tu svolga il lavoro al di fuori dell’orario da dipendente.

Un’altra eccezione per cui puoi aprire la Partita IVA da dipendente pubblico è nel caso in cui tu sia un docente o insegnante. In questi casi puoi aprire la Partita IVA, ma il lavoro svolto in libera professione deve essere collegato al tuo lavoro da dipendente: ad esempio, un docente di Giurisprudenza in un’università pubblica può svolgere anche la professione di avvocato, sempre che il lavoro non interferisca con quello di docente.

Costo Partita IVA per lavoratore dipendente

Ora che ti abbiamo chiarito quali sono i casi in cui puoi aprire la Partita IVA anche se lavori come dipendente, passiamo a un’altra annosa questione: i costi della Partita IVA. Quante tasse paga un dipendente con Partita IVA? E quante volte dovrai pagare i contributi INPS?

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Regime forfettario

Il regime forfettario è sicuramente il più conveniente, perché il reddito non si somma a quello del lavoro dipendente ma viene tassato in maniera autonoma, con un’aliquota sostitutiva del 5% per i primi cinque anni, e del 15% dal sesto in poi. Il regime forfettario è agevolato in termini di costi: non va applicata l’IVA né la ritenuta d’acconto. Le condizioni in questo caso sono che non puoi fatturare più di 65mila euro l’anno né dedurre i costi dell’attività e devi percepire un reddito inferiore ai 30mila euro l’anno dal tuo lavoro da dipendente.

Regime ordinario

Aprire la Partita IVA con regime ordinario è consigliato quando hai volumi di affari molto alti, appunto superiori agli 85mila euro l’anno. Questo regime prevede l’applicazione dell’IVA e delle ritenute d’acconto, ma in questo caso i redditi verranno sommati ai fini della tassazione IRPEF, e quindi possono far scattare lo scaglione successivo. In questo caso però puoi detrarre le spese del tuo lavoro.

Contributi INPS: cosa versare?

Se per la tua attività esiste una cassa professionale (ad esempio, se sei avvocato o architetto) dovrai iscriverti e versare i contributi previsti, e ti consigliamo di contattare direttamente l’albo per verificare i costi INPS. Se invece non esiste un albo professionale (come, ad esempio, nelle professioni legate al marketing e alla comunicazione), devi iscriverti alla gestione separata INPS, ma pagherai i contributi in forma ridotta, perché si tiene conto del fatto che li versi già anche come lavoratore dipendente.

Se apri un’impresa commerciale ma il tuo lavoro prevalente resta quello da dipendente (cioè lavori almeno 36 ore a settimana), non devi versare l’INPS anche per il lavoro a Partita IVA, per non pagare due volte i contributi.

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