uoi avviare un’attività in proprio e ti interessa un regime agevolato? Allora la Partita IVA forfettaria potrebbe essere la soluzione giusta per te. Oltre a offrire un’imposizione fiscale favorevole, soprattutto per chi inizia, presenta diverse semplificazioni rispetto al regime ordinario.
Scopri nell’articolo come aprire una Partita IVA forfettaria, i costi fissi e le tasse da pagare. Conoscere tutte le informazioni principali ti aiuterà a prendere una decisione informata per il tuo futuro e a programmare tutti i prossimi passi da compiere.
Come funziona la Partita IVA forfettaria
Il regime forfettario della Partita IVA è stato varato in Italia tramite la Legge 190/2014, entrata poi ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2015. Di fatto, il suo ingresso ha “mandato in pensione” le precedenti opzioni agevolate, in particolare il Regime dei Minimi che ora non esiste più.
Ma a chi è rivolta oggi la Partita IVA forfettaria 2024? Sono molte le categorie interessate:
- liberi professionisti iscritti a un ordine, come ingegneri, architetti, commercialisti e medici;
- lavoratori autonomi non iscritti a un ordine, tra cui grafici, fotografi, designer, musicisti, consulenti e molti altri;
- agenti di commercio;
- artigiani e commercianti;
- ditte individuali.
Il nome Partita IVA forfettaria viene dalla caratteristica principale del regime. Al posto di scaricare tutte le spese professionali, come avviene nel regime ordinario, prevede solo un forfait in base al tipo di attività svolta. Questa è associata a un codice ATECO e al relativo coefficiente di redditività, grazie a cui calcolare il totale deducibile dai ricavi lordi.
Per quanto riguarda assicurazioni, prestiti e mutui, con la Partita IVA forfettaria le condizioni sono in genere le medesime concesse al regime ordinario, ovvero bisogna dimostrare di percepire un reddito in forma stabile e continuativa. Tuttavia, ricordiamo che non sono scaricabili perché, come abbiamo visto, si calcola solo un forfait fisso.
Obblighi per la P.IVA forfettaria
La Partita IVA forfettaria offre tanti vantaggi, ma contestualmente include i seguenti obblighi:
- fatturazione elettronica;
- pagamento di tasse e contributi;
- marca da bollo da 2 euro sulle fatture superiori a 77,47 euro;
- numerazione e conservazione di fatture di acquisto e bollette doganali per almeno 10 anni;
- certificazione dei corrispettivi attraverso lo scontrino o la ricevuta fiscale;
- iscrizione al VIES per le operazioni in Europa.
Tasse da pagare con la P.IVA forfettaria
La tassazione della Partita IVA forfettaria è semplice e vantaggiosa. Prevede infatti solo un’imposta sostitutiva che per i primi cinque anni è pari al 5% e poi passa al 15% dal fatturato, al netto delle spese deducibili secondo il codice ATECO. Non ci sono IVA, IRPEF e addizionali, come avviene per gli altri regimi. Se vuoi ottenere una stima dei costi da sostenere, usa il nostro calcolatore di tasse per Partita IVA!
Bisogna poi versare i contributi previdenziali alla cassa di riferimento o alla Gestione Separata INPS. Artigiani e commercianti pagano un minimale contributivo più una quota variabile sui ricavi extra, mentre tutti gli altri la percentuale fissa.
Partita IVA forfettaria e lavoro dipendente
Forse non tutti sanno che Partita IVA forfettaria, lavoro dipendente e pensione possono perfettamente convivere. L’unica condizione è che i redditi annui da lavoro subordinato e pensione non superino i 30.000 euro.
E come funziona per la disoccupazione? Anche Partita IVA forfettaria e NASpI sono compatibili, a patto che il precedente impiego sia terminato per licenziamento o fine del contratto e che siano stati versati almeno 13 mesi di contributi negli ultimi quattro anni.
Come aprire una Partita IVA forfettaria
Per aprire la Partita IVA forfettaria è sufficiente inoltrare la richiesta all’Agenzia delle Entrate, anche autonomamente, e ottenere il codice di 11 cifre che identifica l’attività. Contestualmente, è necessario compilare l’apposito modulo, comunicare i propri dati personali ed effettuare l’iscrizione alla cassa previdenziale. La procedura è facile da completare e rapida: nella maggior parte dei casi bastano massimo una decina di giorni.
Nell’eventualità in cui si debba iniziare un’attività commerciale, come per artigiani e commercianti, serve qualche passaggio in più. Bisogna inviare la ComUnica per iscriversi alla Camera di Commercio, alla Gestione artigiani e commercianti INPS ed eventualmente all’INAIL; per una nuova attività è obbligatoria anche la SCIA.
I costi di una Partita IVA forfettaria
Per autonomi e liberi professionisti l’apertura della Partita IVA forfettaria è praticamente gratuita, a patto che la si faccia da soli. Per artigiani e commercianti, invece, è consigliato appoggiarsi a uno studio commercialista (circa 200 euro) per seguire la procedura, un po’ più complessa, a cui vanno aggiunte le spese di apertura (circa 300 euro per bolli e pratiche). Gli altri costi fissi sono essenzialmente le imposte e i contributi da versare, insieme ai bolli per le fatture e al canone per la fatturazione elettronica.
Limite della Partita IVA forfettaria
Per restare nel regime della Partita IVA forfettaria c’è un limite: non bisogna superare gli 85.000 euro di fatturato all’anno. Ma cosa succede a chi supera questa soglia? Semplice: entro i 100.000 euro si rimane nel regime agevolato fino a fine anno, per poi passare a quello ordinario l’anno seguente. Chi oltrepassa la soglia dei 100.000 euro, invece, deve immediatamente cambiare regime.
Cosa cambia tra regime ordinario e regime forfettario?
Abbiamo visto che la Partita IVA forfettaria garantisce diverse semplificazioni rispetto a quella ordinaria. Oltre all’imposta unica, che permette di alleggerire la tassazione, chi opera in questo regime non deve mettere l’IVA in fattura e quindi non deve nemmeno liquidarla, versarla e dichiararla.
In aggiunta, non c’è l’obbligo di registrare i corrispettivi, le fatture emesse e le ricevute. Altra cosa da sapere: i forfettari non hanno l’incombenza di tenere e registrare le scritture contabili e non applicano gli studi di settore e i parametri alla loro attività.
Buoni pasto per Partita IVA forfettaria: sì o no?
Una cosa che in molti si domandano riguarda la compatibilità tra Partita IVA forfettaria e buoni pasto. A fronte di tanti punti a favore del regime agevolato, non è purtroppo possibile beneficiare del vantaggio fiscale offerto dai voucher pranzo.
Se invece stai pensando di passare al regime ordinario e ti domandi se i buoni pasto siano ammessi, la risposta è sì. Le ditte individuali, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che operano con Partita IVA ordinaria possono utilizzarli. Il beneficio è grande: hanno una deducibilità al 75%, con una detrazione IVA del 10% fino a un importo massimo pari al 2% del fatturato totale.
Chi sceglie questa opzione può inoltre potenziarla grazie a una proposta innovativa, come la soluzione Coverflex per buoni pasto. Non solo si può attivare in pochi istanti direttamente online, ma è anche gestibile autonomamente grazie alla comoda piattaforma e alla app abbinata.
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