opo le novità introdotte l’anno scorso, anche per il 2025 la riforma pensioni resta uno degli argomenti più discussi nel nostro Paese. Attraverso la Legge di Bilancio 2025 il Governo ha confermato il suo piano, ma senza aggiungere grandi modifiche.
Ci sarà un adeguamento per le pensioni 2025? E quando si potrà andare in pensione? Vediamo punto per punto tutte le proroghe, da Quota 103 a Opzione donna. In più, anticipiamo cosa potrebbe accadere nel 2026 e come adeguarsi, soprattutto tenendo conto delle novità sulla previdenza complementare.
Cosa prevede la riforma pensioni per il 2025
La Legge di Bilancio 2025, pubblicata in Gazzetta il 31 dicembre 2024, ha sostanzialmente prorogato i provvedimenti varati lo scorso anno in materia previdenziale. Vista la scarsità di risorse disponibili, allocate principalmente per il taglio del cuneo fiscale, l’Esecutivo si è limitato a riconfermare Quota 103, Opzione Donna e APE sociale e Quota 103. Le novità più importanti sono:
- possibilità di aggiungere le forme di previdenza integrativa nel calcolo delle soglie di accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata;
- piccoli aumenti per le pensioni sociali, pari a 8 euro, destinate ai pensionati in condizioni di disagio (la soglia massima per averne diritto è di 104 euro);
- estensione del “bonus Maroni”, ovvero del taglio sui contributi individuali per chi resta in servizio nonostante sia in possesso dei requisiti per uscire dal mondo del lavoro, che ora vale non solo non solo per la normale pensione, ma anche per quella anticipata;
- possibilità per i dipendenti pubblici di restare in servizio fino a 70 anni.
Vediamo, punto per punto, cosa c’è da sapere sulla riforma pensioni per il 2025.ere rivista in rialzo l’anno prossimo. Le novità della riforma pensioni 2024 sono state poi sintetizzate nella consueta circolare INPS, la n. 46 del 13 marzo: vediamo quali sono le più rilevanti.
Pensione di vecchiaia
Per tutto il 2025, la soglia generale della pensione di vecchiaia rimane la stessa introdotta dalla Legge Fornero, ovvero i 67 anni di età, con contributi maturati per almeno 20 anni. La regola vale per tutti i dipendenti, pubblici e privati, così come per uomini e donne.
Tuttavia, dal 1° gennaio 2025 è stata introdotta una piccola rivoluzione (che vale anche per la pensione anticipata ordinaria). Per accedere al trattamento, ora è possibile richiedere la computazione di una o più forme di previdenza complementare, con un requisito contributivo di 25 anni (che diventeranno 30 nel 2026). In pratica, chi è in possesso di questi requisiti potrebbe andare in pensione a 64 anni.
Pensione anticipata ordinaria
Per andare in pensione in anticipo resta lo stesso paletto dell’anno scorso, fissato a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Questo quadro rimarrà in vigore anche per il prossimo anno. C’è però una novità per le lavoratrici con quattro o più figli: sale infatti da 12 a 16 mesi il limite massimo di anticipo sull’accesso alla pensione.
Quota 103
Confermata Quota 103 anche per il 2025: la riforma pensioni prevede che si possa uscire dal mercato del lavoro al compimento di 62 anni di età e con 41 anni di contributi versati. Tuttavia, chi sceglie questa strada deve prepararsi a un vigoroso taglio dell’assegno, anche fino al 20%. In aggiunta, fino al compimento dei 67 anni la pensione non può eccedere i circa 2.400 euro lordi mensili (quattro volte la pensione minima invece delle cinque attuali) e non è possibile cumulare altri redditi da lavoro.
Restano anche le cosiddette “finestre mobili”, ovvero il periodo compreso tra la maturazione del diritto alla pensione e la sua decorrenza: per i dipendenti privati passa da 3 a 7 mesi, mentre per quelli pubblici da 6 a 9 mesi.
APE sociale
Anche per il 2025, la riforma pensioni varata l’anno scorso prevede l’APE sociale (anticipo pensionistico), aumentando però le risorse di oltre 100 milioni. La misura è disponibile per i seguenti lavoratori in stato di difficoltà:
- disoccupati;
- caregiver;
- dipendenti con disabilità al 73%;
- addetti a lavori pesanti.
L’indennità viene erogata per 12 mesi dall’INPS in base alla pensione accumulata al momento della richiesta (comunque non superiore a 1.500 euro lordi). La soglia di accesso rimane a 63 anni e 5 mesi e 30 anni di contributi per tutte le categorie, fatta eccezione per chi svolge lavori gravosi che deve dimostrare 36 anni di contributi. Non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo.
Opzione donna
Non cambiano le tipologie di lavoratrici ammesse alla platea di beneficiari, ovvero caregiver, donne con invalidità al 74% e disoccupate in seguito a un esubero nelle aziende con tavoli di crisi. La soglia per accedere a Opzione donna è sempre fissata a 61 anni, ma per chi ha un figlio il tetto è di 60 anni e per chi ne ha due o più è di 59 anni. Confermato il requisito dei 35 anni di contributi.
Pensioni precoci
Non cambia nulla per le pensioni precoci, pensate per chi ha iniziato a lavorare prima del raggiungimento della maggiore età. Nella nuova riforma pensioni, Quota 41 (questo è il nome corretto) prevede che i beneficiari abbiano lavorato per almeno 12 mesi prima di diventare maggiorenni e che rientrino nelle categorie già valide per l’APE social.
Rivalutazione assegni pensioni 2025: il nuovo meccanismo
Per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni 2025, è stato modificato il sistema, ora ridotto a tre fasce. Come è noto, l’INPS provvede ad aumentare gli assegni in base all’inflazione, secondo i dati dell’ISTAT: per quest’anno l’adeguamento è dello 0,8%. Tuttavia, l’aumento non viene applicato alla totalità degli assegni, ma in modo inversamente proporzionale rispetto a quanto percepito. Questo è il meccanismo applicato:
- rivalutazione al 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo;
- rivalutazione al 90% per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo;
- rivalutazione al 75% per le pensioni oltre 5 volte il minimo.
In linea con le misure di contenimento dell’inflazione, il Governo ha poi programmato un incremento fisso aggiuntivo pari a 2,2% per l’anno 2025 e del 1,3% per l’anno 2026. Come conseguenza della rivalutazione, abbiamo dunque osservato un leggero aumento delle pensioni minime del 2025, che ora salgono a 616,67 euro. L’incremento è contenuto: si tratta di meno di 2 euro al mese.
Riforma pensioni: come impatta medici e sanitari?
Negli anni scorsi si era parlato di presunti tagli per medici e infermieri (ma anche per dipendenti di enti locali, ufficiali giudiziari e maestri) nell’ambito della riforma pensioni. Si prevedeva infatti una riduzione fino al 25% degli assegni per le pensioni anticipate ordinarie.
Le immediate proteste del comparto sanità hanno spinto l’Esecutivo a tornare parzialmente sui suoi passi, con una riduzione pari a un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di lavoro e l’innalzamento dell’età pensionabile di dirigenti medici e personale infermieristico a 72 anni e 70 anni. E per il 2025 non ci sono novità: vedremo se il prossimo anno porterà nuove misure.
Riforma pensioni 2026: cosa cambia?
Se alcune decisioni di quest’anno hanno sollevato qualche critica, la riforma pensioni per il 2026 promette di scontentare molti. Come abbiamo visto, l’Esecutivo ha concentrato le risorse disponibili sugli interventi necessari per mitigare gli effetti dell’inflazione.
Nonostante l’attuale proroga di Quota 103, Opzione donna e APE sociale, rinnovate solo fino al termine del 2025, dall’anno prossimo l’età minima per uscire dal lavoro è probabilmente destinata a salire. La crescente attenzione del Governo alle forme di previdenza integrativa e la mancanza di risorse, spinta dalla denatalità, fanno inoltre pensare che nei prossimi anni non si possa più contare solo sulla pensione obbligatoria.
Per tutte queste ragioni, vale la pena considerare l’apertura di un fondo pensione aggiuntivo. Quello che forse non tutti sanno è che in alcuni casi i dipendenti possono destinare il budget welfare erogato dalla loro azienda proprio a una forma previdenza complementare, come avviene nella soluzione di welfare aziendale Coverflex.
Una volta ricevuto il budget dal datore di lavoro, attraverso la Coverflex Voucher Card, ogni dipendente può utilizzarlo non solo per le spese di tutti i giorni, i buoni pasto, lo shopping e il tempo libero, ma anche per il fondo pensione.
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