uali sono le novità del 2025 per il taglio del cuneo fiscale? Dall’anno scorso se ne sente parlare costantemente, dando per scontato che tutti sappiano già di cosa si tratta e quali effetti possa avere sulla fiscalità del nostro Paese. Ma in realtà c’è ancora tanta confusione su questo argomento.
Oltre a essere uno dei pilastri dell’ultima Manovra e di quella precedente, questa misura incide direttamente su diverse categorie e potrebbe generare risultati di tipo macroeconomico a breve e lungo termine. Se vuoi saperne di più, scopri nella nostra guida cos’è il taglio del cuneo fiscale e come influisce sul calcolo degli stipendi.
Cos’è il cuneo fiscale?
Il cuneo fiscale è un indicatore espresso in percentuale che riflette il rapporto tra tutte le tasse applicate sul lavoro e il costo del lavoro totale. Per essere ancora più precisi, parliamo di imposte dirette, indirette e contributi previdenziali che spettano sia ai dipendenti sia alle aziende.
Per fare un esempio pratico, considera la tua busta paga mensile. Se il tuo stipendio lordo ammonta a 2.400 euro e quello netto a 1.700 euro, allora l’imposizione fiscale ammonta a 700 euro.
L’OCSE, che si occupa di monitorare lo sviluppo economico in Europa, condivide ogni anno la classifica dei Paesi in base al cuneo fiscale. L’ultima tabella, presentata nella primavera del 2024 con riferimento all’anno precedente, ha visto l’Italia al quinto posto con il 45,1% del costo del lavoro, contro la media europea del 34,8%.
Cosa significa tagliare il cuneo fiscale?
Ora che sappiamo cos’è, non ci resta che capire cosa si intende per taglio del cuneo fiscale, chiamato anche esonero contributivo. Detto in parole povere, è l’insieme di interventi grazie a cui è possibile ridurre le imposte per i dipendenti, aumentando così la retribuzione netta. Questo, abbinato a bonus fiscali e altre misure, può contribuire a migliorare il potere d’acquisto delle famiglie.
Non rappresenta però una novità: gli ultimi governi si erano già occupati di contenere la tassazione del lavoro in Italia, senza però ottenere risultati significativi. In vent’anni il cuneo fiscale è infatti sceso solo di un punto percentuale.
Taglio del cuneo fiscale: cosa prevede la Legge di Bilancio 2025
La Legge di Bilancio 2025, approvata alla fine dello scorso anno, ha confermato quanto già introdotto riguardo al taglio del cuneo fiscale, che ora diventa definitivo. Si tratta dell’intervento più rilevante di quest’anno, pari a quasi due terzi di tutta la Manovra, che si accompagna alla conferma strutturale della nuova IRPEF a tre scaglioni così suddivisi:
- 23% per tutti i redditi da lavoro dipendente fino a 28.000 euro;
- 35% per tutti redditi da lavoro dipendente compresi tra 28.000 e 50.000 euro;
- 43% per tutti i redditi da lavoro dipendente superiori a 50.000 euro.
L’Esecutivo ha varato un aumento per la detrazione destinata ai redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro, che passa da 1.880 euro a 1.955 euro. In aggiunta, la “no tax area” è confermata a 8.500 euro.
Segnaliamo inoltre la nuova somma riconosciuta ai dipendenti con un reddito fino a 20.000 euro, che non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini IRPEF. Tale somma si calcola in base alla percentuale applicata al reddito da lavoro dipendente, seguendo questo schema:
- 7,1% per chi guadagna fino a 8.500 euro;
- 5,3% per chi guadagna tra 8.500 e 15.000 euro;
- 4,8% per chi guadagna oltre 15.000 euro.
Per tutti i redditi da lavoro dipendente tra 20.000 e 32.000 euro, invece, la detrazione è pari a 1.000 euro. Dai 32.000 ai 40.000 euro si applica una detrazione decrescente e graduale (il cosiddetto decalage). In pratica, più si guadagna, più diminuisce la detrazione.
Chi beneficia del taglio del cuneo fiscale 2025
Possono ottenere una riduzione delle imposte tutti i dipendenti pubblici e privati, purché rispettino le soglie precedentemente elencate. Inoltre, rientrano nella platea anche coloro che svolgono un apprendistato. L’unica eccezione viene rappresentata dalle persone con rapporti di lavoro domestico, escluse dall’esonero.
Rispetto al 2024, il taglio del cuneo fiscale 2025 raggiungerà più persone, ovvero circa un milione e 300.000 dipendenti in più. Una delle novità di quest’anno, infatti, ha visto l’aumento del tetto massimo di reddito agevolato, passato da 35.000 a 40.000 euro.
Come cambia la busta paga
L’effetto del taglio del cuneo fiscale nella busta paga è presto spiegato con il calcolo. Prendiamo ad esempio il caso di una persona con un reddito da lavoro dipendente di 15.000 euro all’anno. L’IRPEF lorda del 23% ammonta a 3.450 euro, ma si applica una detrazione pari a 1.955 euro e un bonus aggiuntivo del 5,3%, ovvero di 795 euro. L’imposta netta da corrispondere sarà quindi pari a 700 euro.
Come cambiano le pensioni
Per quanto riguarda i pensionati, non c’è un taglio del cuneo fiscale. Lo stesso vale anche per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. Tuttavia, chi riceve una pensione o lavora in proprio potrà comunque trarre vantaggio dalla nuova IRPEF, che è passata da quattro a tre scaglioni (i primi due sono stati accorpati).
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Staremo a vedere, nei prossimi mesi, quali saranno gli effetti concreti del taglio del cuneo fiscale, che è stato oggetto di critiche e perplessità da diversi esperti di economia. È però importante sottolineare che ci sono altri metodi per ridurre l’impatto delle tasse sul lavoro.
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