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uando un’azienda ottiene risultati importanti, che si tratti di incrementi di produttività, innovazioni o altro ancora, è bene riconoscere l’impegno di chi ha contribuito a raggiungere il traguardo. A tal proposito, ci sono tante cose da considerare, in primis la tassazione del premio produzione e i contributi INPS.

Per fortuna ci sono diverse possibilità per sfruttare al massimo la somma ricevuta. Vediamo quali sono le agevolazioni sulla tassazione del premio di produzione 2024 e le altre strade possibili, ad esempio convertirlo in welfare.

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Cos’è il premio di produzione?

Prima di approfondire la tassazione del premio di produzione, capiamo meglio cos’è e come funziona questo strumento. Chiamato anche premio di risultato, PdR o premio di produttività, è il riconoscimento che viene erogato ai lavoratori come extra rispetto allo stipendio. Il contributo viene determinato al verificarsi di alcune condizioni particolari, strettamente legate agli obiettivi prefissati dall’azienda. L'azienda può decidere di versare il premio di produzione in busta paga, oppure convertire il premio di risultato in welfare.

Considerato l’ampio ventaglio di situazioni possibili, il premio di produzione non ha un importo fisso. La quota viene indicata dal datore di lavoro e pattuita in sede di contrattazione. A meno che non sia direttamente previsto dal contratto nazionale o da altri accordi, l’azienda non è obbligata a concederlo. Tuttavia, considerato il valore di questo incentivo e le agevolazioni fiscali, può diventare un mezzo fondamentale per migliorare ulteriormente le performance aziendali.

Tassazione del premio produzione 2024

Come indicato dall’ultima Legge di Bilancio, la tassazione del premio di produzione 2024 prevede ancora l’imposta agevolata introdotta l’anno precedente. Invece del 10%, resta così in vigore il 5%, a patto che vengano rispettate alcune condizioni, che elenchiamo qui di seguito. 

  • La prima condizione prevede che ci siano degli incrementi specifici sulla produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione rispetto all’anno precedente, e che siano effettivamente misurabili.
  • In secondo luogo, il premio di produzione non deve superare i 3000 euro lordi all’anno (4000 euro per le imprese che coinvolgono pariteticamente i dipendenti); oltre questa soglia, la somma eccedente è soggetta alle regolari aliquote IRPEF. 
  • L’agevolazione sulla tassazione del premio di produzione è applicabile solo al settore privato.
  • Il reddito del dipendente dell’anno precedente non deve superare gli 80.000 euro.

Contributi INPS sul premio di produzione

In linea generale, sia i dipendenti sia il datore di lavoro sono tenuti a versare i contenuti INPS sul premio di produzione. Tuttavia, anche in questo caso sono previste delle agevolazioni. Fino a 800 euro, l’azienda può infatti ottenere la riduzione del 20% sulla propria quota dovuta, mentre il dipendente beneficia dell’esclusione totale. 

Bisogna però rispettare tutti i criteri che abbiamo elencato riguardo alla tassazione agevolata e depositare il contratto o l’accordo aziendale presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro o la Direzione Territoriale del Lavoro entro 30 giorni dalla sottoscrizione.

Calcolo del premio di produzione netto

Per capire meglio quanto resta effettivamente “nelle tasche” del dipendente, vediamo un esempio di calcolo della tassazione del premio di produzione. Nel caso in cui l’azienda assegni 2000 euro lordi, bisogna prima detrarre i contributi previdenziali a carico del dipendente e poi calcolare la tassazione agevolata al 5%. Avremo così:

2000 euro -183,80 euro (contributi) - 90,81 (imposta del 5%) = 1725,39 euro

Così facendo, l’azienda dovrebbe pagare 2000 euro più la spettante quota di contributi previdenziali. Come abbiamo visto, entrambe le parti possono risparmiare in parte sui contributi da versare, ma non è l’unico scenario possibile. In caso di conversione del PdR in welfare, l’azienda non paga i contributi e il personale ottiene dei benefit aziendali completamente esentasse che può spendere per questo e molto altro:

  • visite mediche;
  • assistenza per anziani e disabili a carico;
  • asilo nido;
  • abbonamenti ai mezzi;
  • viaggi;
  • corsi di lingue;
  • ingressi a spettacoli e altre attività di svago;
  • corsi di formazione.

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