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ecidere di aprire la partita IVA è un passo significativo per molti professionisti e piccoli imprenditori e spesso significa entrare in contatto con un sistema di regole e regimi fiscali molto complesso. Ogni regime infatti ha caratteristiche e vantaggi diversi e scegliere quello giusto per la propria attività è particolarmente importante, perché incide molto sulle tasse della partita IVA e sulla sua gestione amministrativa. In questo articolo allora vogliamo fare chiarezza sui diversi regimi fiscali e quante tasse paga una partita IVA in ognuno di questi.

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Tassazione in regime ordinario

Iniziamo con il regime di tassazione più complesso tra quelli esistenti: il regime ordinario. Questo offre una flessibilità maggiore per la gestione fiscale e per scaricare le tasse, ma richiede anche una contabilità più precisa e una gestione più attenta. 

Se operi in questo regime infatti dovrai applicare l'IVA su ogni fattura emessa, oltre a gestire gli acconti IRPEF e i contributi previdenziali. Ecco perché solitamente appartengono a questo regime le aziende o i professionisti più strutturati, con un volume di affari elevato. Il calcolo delle tasse della partita IVA in regime ordinario avviene su tutto il reddito imponibile in base a degli scaglioni, che ora vediamo più nel dettaglio.

Scaglioni tasse Partita IVA

Se hai una Partita IVA in regime ordinario, il sistema di tassazione seguirà gli scaglioni IRPEF applicati al tuo reddito complessivo. Ad esempio, se vuoi sapere quante tasse si pagano su 50.000€ di utile, dovrai controllare l’aliquota applicata a questo scaglione, che è pari al 38%.
Qui sotto riportiamo tutti gli scaglioni delle tasse in partita IVA con la rispettiva aliquota applicata:

  • Fino a 15.000€: aliquota del 23%
  • Da 15.001€ a 28.000€: aliquota del 27%
  • Da 28.001€ a 55.000€: aliquota del 38%
  • Da 55.001€ a 75.000€: aliquota del 41%
  • Oltre 75.000€: aliquota del 43%

Oltre all'IRPEF dovrai poi considerare anche i contributi INPS, calcolati su una percentuale del reddito, che varia a seconda della tua categoria di appartenenza e del tipo di attività svolta. 

Il regime ordinario quindi rappresenta un sistema piuttosto complesso, che può comportare tassazioni significative sia per le imprese che per i liberi professionisti. Ecco perché è sempre consigliabile adottare strategie efficaci per ottimizzare i costi dove possibile e ridurre il carico fiscale complessivo.

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Tassazione in regime forfettario

Il calcolo delle tasse nella partita IVA forfettaria è invece più semplice. Introdotto proprio per alleggerire la gestione fiscale per i piccoli imprenditori o professionisti,  prevede un'aliquota fiscale ridotta senza la necessità di ritenuta d'acconto o di gestione dell’IVA.

Le tasse della partita IVA nel regime forfettario non si basano sui ricavi effettivi del professionista, ma su un reddito forfettario. Questo rappresenta una percentuale prestabilita del fatturato annuo, che viene determinata dall'Agenzia delle Entrate in base al settore di attività professionale.

Sul reddito forfettario calcolato, viene poi applicata un’aliquota del 5% per i primi cinque anni di attività. Dopo questo periodo iniziale, l'aliquota salirà invece al 15%.

Tassazione in regime semplificato

In questo caso ci troviamo in una situazione intermedia tra il regime forfettario e quello ordinario. Il regime semplificato infatti è pensato per chi supera i limiti di reddito del regime forfettario, ma vuole una gestione dell’IVA meno complessa rispetto al regime ordinario. 

Il calcolo delle tasse nel regime semplificato richiede comunque l’applicazione delle aliquote IRPEF, ma la gestione della contabilità è più semplice in quanto non è necessario registrare ogni singola transazione in modo dettagliato, ma il professionista può utilizzare dei registri semplificati per incassi e pagamenti. 

Che tasse devo pagare se chiudo la Partita IVA?

Chiudere la partita IVA può sembrare complesso e spesso ci si chiede se, anche in questo caso, ci saranno delle tasse da pagare. La risposta in realtà è no, ma sarà comunque necessario fare attenzione ad alcuni dettagli per non rischiare di incorrere in sanzioni future. 

Ci sono infatti alcuni controlli da fare prima della chiusura, che riguardano:

  1. IVA: è necessario controllare di aver calcolato e versato correttamente l'IVA relativa a tutte le operazioni effettuate fino alla data di cessazione dell’attività. Per questo motivo si dovrà presentare l'ultima dichiarazione IVA che copre il periodo fino alla data di chiusura e versare eventuali somme dovute.
  2. Imposte sui redditi: bisognerà presentare anche una dichiarazione dei redditi per l'anno fiscale in corso che includa tutti i redditi fino alla data di chiusura della partita IVA.
  3. Contributi previdenziali: i liberi professionisti dovranno pagare i contributi previdenziali obbligatori all'INPS fino alla data di chiusura dell’attività per essere sicuri che i diritti alla previdenza sociale siano garantiti.

Gestire efficacemente la partita IVA ed essere sicuri di rispettare tutte le regole del panorama fiscale in Italia richiede sicuramente attenzione e conoscenza dei diversi regimi fiscali, ma non solo. Sarà importante adottare anche una strategia attenta per massimizzare il più possibile le opportunità di risparmio sulle tasse. 

Ecco perché l’utilizzo di strumenti come i buoni pasto Coverflex può davvero fare la differenza quando si tratta di ottimizzare i costi e ridurre il carico fiscale complessivo.

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