onsiderati i diversi vantaggi offerti, sia per l’impresa sia per i dipendenti, non stupisce la crescente diffusione dei benefit. Ma chi ha diritto al welfare aziendale e a chi non spetta? Conoscere la normativa attuale è sicuramente un buon punto di partenza per approfittare di questo tipo di iniziative.
Vuoi saperne di più? Leggi il nostro articolo: oltre all’elenco di possibili beneficiari, specifichiamo chi è escluso, così come alcuni casi specifici relativi a piccole aziende e partite IVA. Per finire, elenchiamo i vantaggi offerti da un buon sistema di welfare aziendale.
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Chi ha diritto al welfare aziendale
Sebbene l’idea moderna del welfare aziendale sia riconducibile sostanzialmente agli anni Ottanta del secolo scorso, quando sono state introdotte le prime vere normative a riguardo, negli ultimi anni abbiamo assistito a un rapido incremento di queste politiche. Complice il veloce cambiamento della società, che ha portato a un repentino assestamento da parte del mondo lavorativo, il livello di attenzione al benessere dei lavoratori si è alzato.
Ma a chi spetta il welfare? In linea generale, tutti i dipendenti delle aziende di ogni dimensione e settore possono averne diritto, a patto che sia il datore di lavoro a offrire una serie di benefit aziendali. Si parla quindi di:
- dipendenti con contratto a tempo determinato o indeterminato;
- dipendenti con contratto full time o part-time;
- dipendenti in smart working;
- stagisti, lavoratori a progetto e apprendisti.
Di norma l’azienda può istituire il pacchetto di buoni welfare in base a:
- un atto unilaterale non vincolante;
- un atto unilaterale vincolante, ovvero nell’ambito del regolamento aziendale;
- un accordo con i sindacati di categoria.
Considerati i vantaggi fiscali offerti, come stabilito dalla normativa in vigore, concedere uno piano di welfare aziendale è nell’interesse dell’azienda, non solo del dipendente. Grazie alle soluzioni più innovative sul mercato, basate su strumenti online e card elettroniche, il datore di lavoro può verificare in ogni momento il conto welfare e l’efficacia del piano, rimodulandolo a piacere.
Quali sono i benefit previsti?
La composizione di benefit è variabile: oltre ai classici buoni pasto, si va dai fringe benefit, come l’auto o il PC aziendale, ai flexible benefit, di cui fanno parte i buoni per l’asilo nido, l’assistenza sanitaria integrativa, i corsi di formazione, gli abbonamenti alla palestra e molto altro ancora. In aggiunta, si possono proporre anche sconti particolari per fornitori convenzionati, un po’ come avviene per la carta risparmio spesa 2023.
Per capire a chi spetta il welfare aziendale e a chi non spetta è fondamentale conoscere le differenze tra le varie tipologie di benefit. Mentre i fringe benefit di norma vengono concessi a gruppi ridotti di dipendenti, i flexible benefit spettano invece a categorie più omogenee, solitamente la totalità del personale o fasce ampie, tra cui:
- dipendenti con figli (ad esempio, il bonus bebè);
- dipendenti con lo stesso inquadramento o livello;
- dipendenti con un livello di reddito più basso.
Perché questa scelta? Semplice: il motivo va ricondotto alla forte valenza sociale di questo tipo di bonus, che gode anche di un trattamento fiscale più benevolo. Al contrario dei fringe benefit, che sono esenti da tassazione solo fino alla soglia massima di 3000 euro per i dipendenti con figli, i flexible benefit non hanno alcun limite di esenzione da tasse e contributi.
Quando il welfare aziendale è obbligatorio?
Abbiamo visto quando spetta il welfare aziendale, specificando che si tratta quasi sempre di un atto volontario. Di solito i benefit, i rimborsi e i buoni welfare non sono obbligatori per l’azienda, tranne nei casi in cui è il CCNL di riferimento o il regolamento aziendale a imporlo. Solo alcune categorie sono interessate, come:
- metalmeccanici;
- orafi, gioiellieri e argentieri;
- telecomunicazioni;
- personale delle case di cura;
- addetti ai servizi assistenziali.
Per fare un esempio, il CCNL per chi lavora nel settore dell’oreficeria (valido fino al 2024) prevede un bonus welfare da 200 euro da usare entro il mese di giugno di ogni anno.
A chi non spetta il welfare aziendale
Non tutti hanno diritto o possono accedere al welfare aziendale: a chi non spetta nella pratica? Al di là di tutti quei dipendenti a cui non viene concesso per volontà espressa dal datore di lavoro, nonostante l’innegabile convenienza, i benefit aziendali non possono essere erogati a:
- dipendenti esterni all’azienda;
- collaboratori occasionali o a progetto;
- liberi professionisti e partite IVA.
In sintesi, sono escluse le posizioni che non prevedono un rapporto lavorativo dipendente. In tutti gli altri casi, invece, il datore di lavoro dovrebbe comunque considerare l’adozione di un pacchetto di benefit per il suo staff. I vantaggi sono molteplici, come nel caso delle soluzioni di welfare aziendale Coverflex: all’avanguardia e facili da implementare, grazie all’uso di card e strumenti digitali, offrono un’ampia spendibilità.
Il caso di Piccole Medie Imprese e Partite IVA
Solitamente si tende a pensare che siano solo le grandi aziende e multinazionali a concordare un piano di welfare aziendale in busta paga. Al contrario, non c’è alcuna legge che imponga limiti particolari in base alla dimensione dell’impresa. La libertà di abbinare beni e servizi o rimborsi consente di modulare l’offerta di benefit a proprio piacere.
Per questo motivo, anche le PMI e le partite IVA con dipendenti possono scegliere di erogare un sistema di buoni welfare. I benefici fiscali e di produttività valgono infatti sia per attività grandi o piccole. L’unica differenza è che, in genere, non è necessario ricorrere a un accordo sindacale o a un regolamento interno per pianificare il welfare.
Vuoi far crescere la tua piccola azienda? Allora potresti proporre corsi di lingua e corsi di formazione per aiutare i tuoi dipendenti a specializzarsi. Loro potranno imparare nuove cose e magari salire di livello, migliorando le loro prospettive di carriera. Il tuo business potrà così evolversi e crescere, potendo contare su una qualità più elevata del lavoro e su una maggiore fidelizzazione del tuo team.
Welfare e familiari dei dipendenti
Per approfondire ulteriormente cosa dice la Legge riguardo a chi ha diritto al welfare aziendale e a chi non spetta dobbiamo fare riferimento al Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) del 1986. Le successive modifiche, soprattutto quelle introdotte dalla legge di stabilità del 2016, hanno disciplinato l’utilizzo dei benefit.
La norma di riferimento è contenuta nell’articolo 51 del TUIR, che stabilisce quali sono i beni e servizi deducibili che non concorrono alla formazione del reddito dipendente. L’articolo 100 indica gli ambiti interessati dal welfare (educazione, istruzione, assistenza sanitaria o sociale, ricreazione e culto), mentre l’articolo 12 estende la platea di beneficiari alle famiglie dei dipendenti, ovvero:
- coniuge;
- genitori;
- figli legittimi, illegittimi, naturali e adottivi;
- generi e nuore;
- suocero e suocera;
- fratelli e sorelle.
Alcuni benefit possono dunque essere fruiti anche dai familiari, come nel caso dell’assistenza ai malati o per le borse di studio ai figli. Lo Stato ha scelto di introdurre questa modifica per ribadire il valore sociale del welfare aziendale, che sostiene il personale in tutti gli ambiti più sensibili della sua sfera privata.
I vantaggi di un piano di welfare aziendale
Il primo grande vantaggio del welfare aziendale è che non esistono regole fisse. Trattandosi di uno strumento versatile e dinamico, può soddisfare i diversi bisogni dell’azienda e dei suoi dipendenti. Può inoltre essere aggiornato e rivisto periodicamente per applicare modifiche e correzioni che vadano a beneficio di tutte le parti coinvolte.
Seguendo proprio questo spirito, Coverflex propone una piattaforma intuitiva tramite cui il personale può accedere ai benefit aziendali selezionati dall’azienda. Ha così massima libertà di scegliere come spendere il welfare. Tramite la Coverflex Voucher Card sarà poi possibile ottenere fringe benefit spendibili in diverse categorie merceologiche, tra cui:
- abbigliamento, scarpe e accessori;
- prodotti beauty e per la cura della persona;
- articoli per bambini;
- giochi e tecnologia;
- libri;
- arredamento e articoli per la casa;
- strumenti e accessori per il fai-da-te;
- carburante e veicoli a noleggio;
- prodotti per animali.
La stessa card permette di riscattare i flexible benefit, raggruppati nella categoria Tempo libero. Tra le tante convenzioni offerte da Coverflex ci sono hotel, servizi di prenotazione viaggi, centri sportivi, attività ricreative, ingressi ai musei e anche assistenza per la salute fisica e mentale di tutta la famiglia. Abbiamo inoltre già accennato ai vantaggi fiscali, soprattutto per i flexible benefit che sono completamente esenti da tassazione e deducibili per l’azienda.
L’esenzione fiscale vale anche per i fringe benefit, basta rispettare il limite di 258,23 euro per i dipendenti senza figli e di 3000 euro per chi ha figli a carico. Sono importi interessanti che possono fare la differenza nell’economia di una famiglia, aumentando il potere d’acquisto e alleggerendo i dipendenti dalle spese di tutti i giorni. Il risultato? Un migliore livello di work-life balance, con un impatto positivo sull’ambiente lavorativo.
Inoltre, i dipendenti hanno anche accesso a un sistema di rimborsi welfare per alcune categorie:
- Trasporto pubblico, in cui rientrano anche gli abbonamenti dei figli a carico;
- Assistenza familiare, per pagare le spese sanitarie e le strutture specializzate per parenti over 75 o non autosufficienti a carico;
- Istruzione, utile per sostenere le spese scolastiche dei figli a carico.
In più, con Coverflex è tutto più semplice, senza bisogno di intermediari e senza perdere tempo tra pratiche burocratiche infinite. Se hai un’attività, devi solo registrarti, selezionare il piano che ti interessa e stabilire il tuo budget welfare. In pochi click potrai completare tutto e ricevere velocemente la Coverflex Voucher Card da consegnare ai dipendenti.
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