Certificato di malattia

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L’Italia tutela i diritti di chi lavora, fin dalla Costituzione, e tra questi rientra anche la possibilità di restare a casa quando si verificano dei problemi di salute. A questo inalienabile diritto, però, corrisponde il dovere di fornire un certificato di malattia per l’INPS e il datore di lavoro. Vediamo che cos’è questo documento, come funziona e quali sono i relativi obblighi per azienda e dipendenti.

Cos’è il certificato di malattia?

Il certificato di malattia è un attestato formale che ogni dipendente deve far avere al proprio datore di lavoro in caso di assenza. Di fatto si tratta di un documento giustificativo che indica il numero di giorni di assenza prescritti dal proprio medico curante o dal personale medico ospedaliero del Servizio Sanitario Nazionale. 

Dal 1° gennaio 2010, per tutti i dipendenti pubblici o privati è diventato obbligatorio il certificato di malattia telematico. Come suggerisce il nome, si tratta della medesima certificazione, ma deve essere inviata via web all’INPS da chi l’ha compilata, che si tratti di medico o struttura ospedaliera. 
Come spiegato dall’INPS, il certificato di malattia telematico contiene un PUC (ovvero un numero di protocollo) da comunicare al datore di lavoro e da conservare in caso si verifichino dei problemi durante l’invio. Nel caso non sia possibile completare l’azione, è il dipendente a dover inviare il documento direttamente all’azienda tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC entro due giorni dalla data di rilascio.

A cosa serve

Lo scopo essenziale del certificato di malattia è evitare che l’assenza dal lavoro venga considerata ingiustificata e che quindi non dia diritto all’indennità di malattia dell’INPS o ad altre forme di assistenza. Specifichiamo inoltre che, stando alla sentenza n° 17898 del 2007 della Corte di Cassazione, non è possibile ricorrere alla malattia di un giorno senza certificato: se l’azienda lo richiede specificatamente, i dipendenti sono tenuti a far avere comunque il certificato di malattia.

Nel caso in cui la malattia abbia un decorso più breve rispetto alla prognosi iniziale del medico, è possibile tornare prima al lavoro. Tuttavia, il dipendente deve presentare un certificato di malattia telematico che rettifichi i giorni inizialmente prescritti.

Come funziona il certificato di malattia

Dopo aver spiegato di cosa si tratta, vediamo come funziona il certificato di malattia. La sua compilazione avviene nel rispetto del disciplinare tecnico stabilito dal Ministro della Salute nel 2010 e successivamente diffuso dall’INPS. Il documento deve contenere obbligatoriamente i seguenti dati, la cui accuratezza dipende solo dal dipendente:

  • Dati personali, qualifica e firma del medico che lo ha compilato
  • Dati personali del dipendente e indirizzo per eventuali visite fiscali
  • Diagnosi della malattia
  • Giorni di malattia prescritti dal medico
  • Luogo e data di rilascio del certificato di malattia

In genere il decorso della malattia inizia proprio dalla data di rilascio del certificato di malattia. L’unica deroga è concessa per le visite domiciliari: in questo caso potrebbe essere emesso un certificato di malattia retroattivo (ovvero che ha effetto a partire da una data precedente a quella della visita).

Doveri dei dipendenti in caso di malattia

Riassumendo quanto appena spiegato, veniamo all’elenco dei doveri a cui ogni dipendente deve adempiere nell’eventualità in cui si assenti dal lavoro per motivi di salute:

  • deve comunicare tempestivamente la sua assenza all’azienda;
  • deve sottoporsi alla visita medica per ottenere il certificato di malattia telematico;
  • deve verificare la correttezza delle informazioni fornite al medico e inserite nel documento da trasmettere all’INPS;
  • deve appuntarsi il PUC del certificato di malattia e comunicarlo al datore di lavoro;
  • deve essere reperibile durante gli orari previsti per la visita fiscale.

Il mancato rispetto di uno o più di questi passaggi potrebbe portare a un’assenza ingiustificata e, di conseguenza, alla perdita dell’indennità economica per la malattia o addirittura a una sanzione disciplinare.

Doveri dell’azienda in caso di malattia

Se il certificato di malattia è corretto in ogni sua parte, l’azienda è tenuta a concedere il periodo di riposo al dipendente. Chi si occupa dell’elaborazione della busta paga dovrà quindi accedere all’attestato dal portale dell’INPS tramite il codice fiscale del dipendente e il PUC. Potrà così procedere al calcolo dell’indennità erogata dall’INPS ed eventualmente alla somma integrativa corrisposta dall’azienda.

Per quanto riguarda la reperibilità a casa durante la malattia, il datore di lavoro non può fare dei controlli direttamente, ma li può richiedere all’INPS tramite la visita fiscale. L’accertamento di norma avviene secondo le fasce orarie indicate dal proprio contratto o dal CCNL, anche durante il fine settimana, ma non si applica in caso di gravi patologie.

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