Imponibile previdenziale

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Il concetto di imponibile previdenziale è fondamentale per imparare a leggere correttamente la propria busta paga e individuare a colpo d’occhio tutti gli elementi che incidono sulla determinazione della retribuzione netta. 

Sono tante le domande che possono sorgere sull’imponibile previdenziale: dove lo trovo nel cedolino? Su cosa si calcolano i contributi? Abbiamo riassunto le informazioni essenziali per comprendere il funzionamento.

Cos’è l’imponibile previdenziale

L’imponibile previdenziale della retribuzione è l’importo su cui vengono calcolati i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e del dipendente. In altre parole, rappresenta la base di calcolo per determinare la somma dovuta ai fini della previdenza e dell’assistenza.

In Italia il sistema previdenziale prevede infatti diverse forme di copertura, tra cui la pensione di vecchiaia, la pensione di invalidità, la pensione di reversibilità e la pensione anticipata. L’importo della pensione dipende proprio dai contributi versati durante la vita lavorativa, dalla durata del lavoro e dal reddito percepito.

Guardando il cedolino possiamo vedere gli importi versati dal dipendente sotto la voce “contributi”, mentre la quota versata dal datore di lavoro non è visibile. La percentuale totale dovuta all’INPS è pari al 33%, ma il dipendente corrisponde solo il 9,19% della retribuzione lorda (5,84% per gli apprendisti); il resto viene pagato dall’azienda.

Come si calcola l’imponibile previdenziale

Per capire il rapporto tra imponibile previdenziale e RAL dobbiamo prima analizzare quali sono le voci che concorrono alla formazione della somma su cui si calcolano i contributi. In sintesi, sono tutte le forme compensazione ricevute dal dipendente, che includono questi elementi della busta paga:

  • tutte le componenti fisse, ovvero la paga base, l’indennità di contingenza, EDR (elemento distinto della retribuzione), l’eventuale superminimo e gli scatti di anzianità;
  • tutte le componenti accessorie, come le provvigioni, le partecipazioni agli utili e le somme ricevute a titolo di patto di non concorrenza.

Sono invece da escludere dall’imponibile previdenziale INPS:

  • il trattamento di fine rapporto (TFR);
  • le somme percepite alla cessazione del rapporto di lavoro per incentivare le dimissioni volontarie dei dipendenti;
  • i risarcimenti danni;
  • le quote per gestioni assistenziali e previdenziali obbligatorie per legge;
  • le quote della previdenza complementare.

È importante conoscere come si calcola l’imponibile previdenziale anche per la NASpI. Questo tipo di sostegno economico è infatti pari al 75% dello stipendio medio mensile imponibile ai fini previdenziali.

Differenza tra reddito lordo e imponibile previdenziale

Vediamo un altro nodo essenziale di questa tematica: la differenza tra reddito lordo e imponibile previdenziale in busta paga. Il reddito lordo è costituito da tutti i redditi percepiti da ogni dipendente nel periodo di imposta. Come abbiamo visto, l’imponibile previdenziale è dato dalla somma di tutti i redditi percepiti nel periodo di imposta, escluse le voci che abbiamo precedentemente elencato, tra cui TFR, risarcimenti e previdenza complementare.

Va poi detto che, prima di applicare le percentuali per il calcolo dei contributi, l’imponibile deve essere arrotondato per eccesso o per difetto. Ricordiamo inoltre che l’INPS ha indicato un minimale su cui applicare la percentuale di contribuzione e un massimale oltre il quale non bisogna pagare più nulla. Le cifre di riferimento variano di anno in anno sulla base di apposite rivalutazioni.

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