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Trovare il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro è essenziale per ogni dipendente. Ed è per questo che esistono i ROL, dei permessi retribuiti che maturano in busta paga in base alle indicazioni contrattuali. In questa guida ti spieghiamo cosa sono, come sono normati e come si calcolano. In più, vediamo anche qual è la differenza tra permessi ROL, permessi “normali” e ferie.
Sono ormai una voce familiare nel lessico lavorativo, soprattutto per chi ha un contratto di lavoro subordinato o per chi gestisce un’azienda. Ma cosa sono i ROL in busta paga? Acronimo di riduzione dell’orario di lavoro, sono di fatto dei congedi calcolati su base oraria.
La loro storia è tutto sommato piuttosto recente: nacquero infatti nel 1983 in seguito all’accordo triangolare tra Governo, sindacati dei lavoratori e Confindustria (il Protocollo Scotti), che sancì la possibilità di introdurre una maggiore flessibilità lavorativa, regolata in base alle contrattazioni collettive.
I ROL sono dei permessi che maturano ogni mese seguendo le linee guida del CCNL di categoria. I dipendenti possono utilizzarli per assentarsi dal luogo di lavoro, senza però perdere il diritto al 100% della retribuzione. L’azienda è tenuta a concedere i permessi ROL, a patto che siano già maturati nel cedolino.
Dopo l’introduzione dei permessi ROL negli anni Ottanta, il Legislatore è intervenuto più volte per perfezionare la normativa. Tuttavia, va detto che il principale riferimento per l’applicazione del meccanismo dei ROL deve sempre essere verificato nel CCNL in vigore per il proprio settore.
Le contrattazioni nazionali collettive specificano il totale dei ROL in busta paga ogni anno, oltre alle scadenze per usarli e alla modalità di richiesta. Per quanto riguarda la fruizione, poi, è possibile scegliere se scalare i permessi ROL retribuiti a singole ore, a gruppi di ore o anche per giornate intere.
I permessi ROL spettano al personale con contratto a tempo indeterminato o determinato, a tempo pieno o part-time, secondo quanto previsto da ogni CCNL. In alcune contrattazioni, ad esempio quella del CCNL multiservizi, i permessi ROL non sono però contemplati (ma ci sono le ex festività, pari a 32 ore all’anno, più altre forme di congedo).
Abbiamo appena citato i permessi per le ex festività: sono una categoria differente, che indica i congedi pagati corrispondenti alle feste religiose e nazionali che oggi non vengono più osservate, come San Giuseppe o l’Ascensione.
Non bisogna poi confondere i ROL con altri permessi. I primi sono sempre retribuiti e disciplinati dalla contrattazione collettiva. Nella seconda categoria, invece, possiamo trovare i permessi specifici retribuiti (per matrimonio, lutto o maternità), ma anche quelli non retribuiti che è possibile richiedere per qualsiasi altra ragione personale (per questo non rappresentano un diritto e non sono pagati).
Anche ferie e permessi ROL non sono la stessa cosa: la prima grande differenza sta nella maturazione, che per le ferie è in giorni e per i ROL in ore. In aggiunta, per i permessi orari retribuiti non sono previsti degli obblighi minimi di fruizione e, in caso di mancato utilizzo, possono essere indennizzati (il contrario di quanto avviene per le ferie). Infine, ricordiamo che le ferie sono disciplinate dalla Legge italiana, mentre i ROL dai CCNL.
I permessi ROL si accumulano di mese in mese in base alle ore lavorate e al tipo di rateo indicato dal CCNL. In pratica, chi ha un contratto a tempo pieno da 40 ore alla settimana maturerà più in fretta i permessi rispetto a chi lavora part-time.
Per fare un esempio, i permessi ROL nel CCNL commercio maturano in modo diverso in base all’anzianità di servizio e alle dimensioni dell’azienda: per i primi due anni si conteggiano solo le 32 ore annue di permessi per le ex festività, mentre dal terzo anno scattano i ROL veri e propri. Per le aziende fino a 15 dipendenti sono 28 ore annuali (sommate alle ex festività), che al quinto anno diventano 56, mentre per quelle sopra i 15 dipendenti sono rispettivamente 36 e 72.
Diversamente dalle ferie, che rappresentano un diritto e allo stesso tempo un obbligo per i dipendenti, i permessi ROL non goduti non devono per forza essere utilizzati nell’anno in cui sono maturati. E, nel caso l’utilizzo non avvenga entro il 30 giugno dell’anno successivo, vengono corrisposti come indennità retributiva (ogni ora di permesso corrisponde a un’ora pagata di lavoro).
Nel caso in cui il proprio CCNL li preveda, i ROL sono facilmente individuabili nel cedolino. Di norma sono così classificati:
Importante: sebbene queste abbreviazioni siano molto comuni, i permessi ROL in busta paga possono mostrare una dicitura leggermente diversa.
Il calcolo dei permessi ROL spetta al reparto Payroll di ogni azienda, ovvero al team che si occupa di elaborare gli stipendi. Avviene sulla base delle regole del CCNL di riferimento, che ne stabilisce i criteri per:
Tuttavia, per conoscere la quantità di permessi ROL concessi ogni mese basta verificare il monte ore annuale indicato dal contratto e dividerlo per dodici. Ad esempio, se il totale è 36, allora le ore di permessi ROL accumulate saranno 3 al mese.
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