ai come funziona la tassazione del TFR per il 2024? Scoprilo nel nostro approfondimento: ti spieghiamo non solo come si accumula il TFR nel corso del tempo, ma soprattutto quali imposte vengono applicate alla somma, in che misura e quando.
Una cosa che forse non tutti sanno, ma che vedrai nella nostra guida pratica, è che la destinazione del trattamento di fine rapporto può incidere a livello fiscale. In pratica, è possibile ottenere un buon risparmio e preservare quanto accantonato durante gli anni lavorativi.
Come si accumula il trattamento di fine rapporto
Prima di entrare nel vivo della tassazione del TFR, facciamo un passo indietro. Il trattamento di fine rapporto è una quota della retribuzione che viene messa da parte per poi essere corrisposta alla cessazione del rapporto di lavoro. È possibile anche richiedere un anticipo, ma solo al verificarsi di alcune condizioni specifiche (ad esempio, per pagare delle spese mediche).
Il TFR si accumula di anno in anno, seguendo una formula precisa. Si parte dalla retribuzione lorda annuale, in cui rientrano tutti i vari elementi fatta eccezione per i rimborsi. Nel computo bisogna anche tenere presente eventuali variazioni contrattuali e aumenti.
Ottenuto questo valore, bisogna sottrarre la quota INAIL, pari allo 0,50% della retribuzione, poi moltiplicare per il numero di anni di lavoro. Infine, si divide tutto per 13,5. Riassumendo, abbiamo:
(stipendio annuo lordo - 0,50%) x anni di lavoro / 13,5 = TFR accumulato
Quanto viene tassato il TFR?
La cifra ottenuta tramite il calcolo appena indicato non è quella finale, però. Bisogna infatti considerare la tassazione del TFR. Tuttavia, qui si aprono tre diversi scenari che prevedono un’imposizione fiscale differente. Tutto dipende dalla scelta della destinazione del TFR, perché si può scegliere di:
- Mantenere il TFR in azienda
- Spostare il TFR in un fondo pensione
- Richiedere l’anticipo sul TFR
Questo perché, dopo la riforma del TFR del 2005, il Legislatore ha valorizzato la possibilità di destinare il trattamento di fine rapporto a una forma di previdenza complementare. I dipendenti hanno sei mesi di tempo, dopo l’assunzione, per manifestare al datore di lavoro la volontà di sposare il TFR in un fondo pensione. Diversamente, vale la regola del silenzio assenso e la quota resta in azienda (anche se è sempre possibile cambiare idea).
Per quanto riguarda l’anticipo, in determinate situazioni i dipendenti privati possono accedere anticipatamente al TFR. Tuttavia, devono lavorare per la stessa azienda da almeno otto anni e motivare la loro richiesta: la liquidazione anticipata (per una somma fino al 70% del totale) avviene solo per pagare delle spese mediche, per acquistare la prima casa o per una ristrutturazione oppure per le spese legate ai corsi di formazione o al congedo parentale.
Vediamo però come è tassato il TFR in base ai tre scenari.
Tassazione TFR in azienda
Se si opta per il TFR in azienda, l’imposta applicata si basa sui classici scaglioni IRPEF facendo una media degli ultimi cinque anni. Si va quindi da un minimo di 23% a un massimo di 43%, a seconda di quanto guadagnato. Bisogna poi considerare anche la rivalutazione annuale, che prevede un’imposta sostitutiva pari al 17%. Ricordiamo inoltre che, in caso di dimissioni, la tassazione del TFR non cambia: che si tratti di licenziamento, pensionamento o conclusione volontaria del contratto, la procedura è sempre la medesima.
Tassazione TFR nel fondo pensione
Se si decide di destinare il TFR a un fondo pensione, il trattamento fiscale risulta più vantaggioso. Grazie alla tassazione agevolata, si va da un minimo del 9% a massimo il 15%. L’aliquota dipende dal numero di anni di permanenza nel fondo di previdenza: più sono, più bassa sarà la percentuale applicata. Ci sono poi i rendimenti del fondo, su cui bisogna calcolare le tasse a parte: si tratta del 12,5% per i Titoli di Stato e tra il 20 e il 26% per altre forme d’investimento.
Liquidazione anticipata TFR
Chi richiede l’accesso anticipato alla somma già accantonata, riceve una somma già tassata. La tassazione dell’anticipo del TFR può variare in base al motivo per cui è stato richiesto: ad esempio, se si tratta di spese mediche l’aliquota è ridotta e può oscillare dal 9 al 15% in base agli anni di contribuzione (ogni anno scala dello 0,3%). Per la prima casa, invece, abbiamo un’aliquota fissa al 23%. Se l’anticipo supera i 50.000 euro, invece, l’imposta è del 43%.
Quali deduzioni e detrazioni si applicano al TFR?
Come facilmente intuibile, la riforma del 2005 ha previsto una tassazione del TFR agevolata per chi sceglie di spostarlo in un fondo pensione. Questo perché, viste le difficoltà attraversate dal sistema pensionistico del nostro Paese, si è voluto incoraggiare i dipendenti ad affiancare una forma di previdenza complementare che possa garantire un livello economico più soddisfacente durante la terza età.
A questo, si aggiunge la deducibilità dei fondi pensione: i contributi sono infatti deducibili dal 730 fino a un massimo di 5.164,57 euro. Cosa significa, quindi? Semplice: si può abbattere il reddito imponibile ai fini IRPEF, riducendo così le tasse da versare.
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Abbiamo visto come funziona la tassazione del TFR e approfondito le agevolazioni previste per chi sceglie di destinare il trattamento di fine rapporto a un fondo pensione. In aggiunta, si può ottimizzare ulteriormente la fiscalità usando il proprio welfare aziendale per incrementare la contribuzione alla previdenza complementare.
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